Il ministro della salute ha destinato 400 mila euro al Policlinico di Milano per il congelamento degli embrioni, nonostante non se ne sia mai occupato. Dove li congelo gli embrioni per i quali è stato accertato lo stato di abbandono? Il ministro della salute, Girolamo Sirchia, una volta licenziata la legge sulla procreazione assistita, si è trovato a dover risolvere un quesito di non secondaria importanza. La risposta se l’è data da solo lo scorso 4 agosto con un decreto ad hoc. Faceva caldo e per questo forse non se n’è accorto nessuno. All’articolo 2, la soluzione: «Sono trasferiti dai centri di procreazione medicalmente assistita unicamente alla Biobanca Nazionale situata presso il Centro trasfusionale e di immunologia dei trapianti dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Ospedale Maggiore di Milano, ove sarà attivato in maniera centralizzata un centro di crioconservazione degli embrioni stessi». L’indirizzo preciso è: Policlinico di Milano, via Francesco Sforza. Praticamente a casa sua. Quanto agli oneri derivanti per il trasferimento, il generoso decreto Sirchia stanzia ben 400 mila euro per il suo Policlinico. Una bella somma, considerando che quegli embrioni, secondo la sua pessima legge, non possono nemmeno essere «lavorati», e che il congelamento tutto sommato ha costi marginali. A cosa servono dunque quei 400 mila euro? Non fosse altro che per una questione di stile (un tempo si sarebbe detto conflitto di interessi) non è carino quando un ministro dirotta risorse nel proprio regno. Ma non è nemmeno questo il punto. Gli embrioni raccolti verranno congelati a meno 196 gradi nella banca del padiglione Marangoni, il centro trasfusionale di cui fu primario Sirchia. Quel padiglione oggi è gestito dal braccio destro e dal braccio sinistro del ministro, i primari Paolo Rebulla e Mario Scalamogna. Il primo ha preso in eredità il centro immunotrasfusionale, il secondo ha preso in eredità i trapianti: ma nessuno dei due ha mai trattato la fecondazione assistita, né tantomeno gli embrioni.
I medici che conoscono la situazione concordano nel ritenere che in Italia ci sarebbero ben altri centri esperti di crioconservazione di embrioni che avrebbero potuto beneficiare del finanziamento ministeriale. Ma tutti sanno anche che Sirchia al Policlinico di Milano è una specie di re che non ha mai abbandonato il suo trono, e un re potente solitamente è circondato da molti cortigiani. Rientra da Roma e ogni lunedì prende posto nel suo studio di sempre (è al Policlinico da circa 30 anni) e si mette al lavoro, come se la politica per lui fosse solo una parentesi destinata a chiudersi al più presto. E’ chiaro a tutti i medici milanesi che Sirchia si sta preparando un rientro dorato nel suo ospedale. Non è più un giovanotto ma non ha alcuna intenzione di mollare: poco prima di diventare ministro, a 70 anni, età in cui un primario sarebbe obbligato ad andare in pensione, riuscì perfino a non abdicare vincendo una causa. Tutti i medici sanno anche che non è la prima volta che all’ospedale milanese, grazie agli uffici di Girolamo, sono arrivati fondi addirittura milionari. E rispetto a quanto stabilito da un altro decreto legge, quello del 21 gennaio 2004, i 400 mila euro per il congelamento degli embrioni sono bruscolini. Sotto il titolo «Interventi urgenti per fronteggiare emergenze sanitarie e per finanziare la ricerca nei settori della genetica molecolare e dell’alta innovazione», nove mesi fa, all’articolo 2, si decise di istituire la Fondazione istituto nazionale di genetica molecolare (Ingm). Secondo alcuni medici, si tratterebbe «di un centro che mescola con troppa approssimazione la Sars con il bioterrorismo e la biologia molecolare». Per le spese di funzionamento, «e per il rimborso delle spese di costituzione della Fondazione medesima di pertinenza dello Stato», il decreto autorizzò la spesa di 7.028.000 euro per l’anno 2004, 6.508.000 euro per l’anno 2005 e 6.702.000 euro per l’anno 2006«. Totale: 30 milioni di euro. Sembra certo che l’Ingm – che guarda caso ha sede al Policlinico di Milano – abbia già attirato l’attenzione del mondo degli affari statunitensi. Oltre a essere stato concepito come il referente del National Institute of Health (Nth), ha convinto la Cell Therapeutics di Seattle a lavorare in sinergia con la nuovissima fondazione con sede al Policlinico. Il business in Italia va così bene che, malgrado i chiaroschuri di piazza Affari, l’azienda di Seattle è riuscita a collocarsi anche nella borsa italiana.
Anche su quel decreto quasi nessuno ebbe da ridire. Tra le poche voci che avanzarono qualche dubbio, quella di Claudio Giustozzi, segretario nazionale della Fondazione Dossetti. «Sirchia – disse Giustozzi – ha costituito la Fondazione con risorse evidentemente sottratte ad altri settori che si occupano della salute dei cittadini in termini meno altisonanti. Gli scopi e l’urgenza di questo nuovo ente non sono precisati». A proposito, proprio ieri sera il ministro Sirchia si è recato a Palazzo Chigi da Berlusconi insieme al ministro dell’economia Siniscalco. Altri euro in arrivo?