Lo conosce chattando, lo incontra, poi pero’ attraverso una confessione lanciata sempre sul Web viene a sapere che e’ malato di Aids. Un contagio deliberato. E’ questo il sospetto degli investigatori della squadra mobile di Firenze, coordinati dal pm Alfonso Sabella, che stanno indagando su un caso di trasmissione di Aids dopo la denuncia di un professionista di 32 anni. SI firma «Dark Love» e promette eros e terrore, estasi e sofferenza. E´ giovane, bello, inquieto. Attraverso Internet annuncia il suo programma: sedurre partner occasionali, regalare loro emozioni uniche e intanto, silenziosamente, contagiarli con il virus dell´Aids attraverso rapporti non protetti. «La mia arma è così sottile e desiderata – scrive – che non ci saranno mai sospetti ma solo la certezza scritta e pronunciata alla prossima tua visita in ospedale: stanotte goditi la pazzia e domani risvegliati accanto al tuo carnefice».
Non si sa quante volte abbia messo in atto il suo programma. Non si sa se coltivi ancora il sogno di contagiare altri giovani uomini. Ma c´è il fondato sospetto che almeno una volta abbia raggiunto il suo obiettivo. La vittima è un giovane professionista fiorentino, un uomo di 32 anni, stimatissimo nel lavoro, impegnato nel volontariato, da alcuni mesi alle prese con l´infezione da Hiv. E´ stato lui a segnalare in un esposto il programma di morte di «Dark Love». Sulla vicenda il Pm Alfonso Sabella ha aperto un´inchiesta. La squadra mobile guidata da Gianfranco Bernabei è risalita ad un ragazzo di 27 anni, che vive fra la Toscana e la Germania, che è stato riconosciuto dal professionista fiorentino come il suo partner di una notte, e che chattando su Internet si firmava appunto «Dark Love». Ora il ragazzo è indagato per lesioni volontarie gravissime, perché sospettato di aver trasmesso l’Aids al giovane fiorentino. La squadra mobile sta cercando di appurare se abbia contagiato deliberatamente anche altre persone, come annunciava il programma-confessione lanciato in rete.
L´incontro fra «Dark Love» e il professionista fiorentino risale alla primavera 2002. Si conoscono prima sul web, in un sito dedicato di omosessuali. Decidono di incontrarsi in un bar di Firenze, in Santa Croce. La serata finisce a casa del professionista. Inalano popper, una sostanza disinibente che dilata i vasi sanguigni e facilita i rapporti sessuali. Il professionista accetta un rapporto estremo, si fa legare le braccia alla testata del letto. A quel punto il suo amante rifiuta di prendere precauzioni. Lui non può opporsi. Spiegherà nell´esposto che quella è stata la prima (e unica) volta in cui ha avuto un rapporto non protetto. Circa un mese più tardi comincia ad accusare i primi malesseri. Decide di sottoporsi ad un controllo e il risultato non lascia spazio alle speranze. E´ stato contagiato dal virus Hiv. Un´infezione – gli spiegano – assolutamente recente.
Quando già sta male incontra per caso in un locale il suo partner di una notte. Gli dice che non si sente bene e l´altro fa una battuta raggelante: «Non ti avrò mica trasmesso qualcosa?». Sì, il sospetto c´era, sin da allora. Ma in quel momento il giovane professionista poteva al massimo ipotizzare un contagio accidentale, certo non deliberato.
Qualche mese più tardi però, navigando su Internet, in un sito gay trova una specie di lunga confessione pubblica firmata «Dark Love», un lucido programma di contagio attraverso l´eros. «Dark Love» dichiara di essere sieropositivo e di voler infliggere ad altri le sofferenze che sono toccate a lui. Dopo aver letto quel messaggio il professionista si convince di essere stato deliberatamente infettato, si rivolge all´avvocato Michele Passione e all´inizio del 2003 presenta un esposto, soprattutto per bloccare il pazzesco progetto di contagio firmato «Dark Love».
Quando la polizia comincia a indagare, del giovane amante di una notte sembrano essersi perse le tracce. Nei locali di Firenze non lo vedono più da tempo. La squadra mobile lo rintraccia in Germania. Qualche tempo fa gli investigatori lo perquisiscono, sequestrano il suo computer ed estrapolano le e-mail. Trovano anche certificazioni circa la sua malattia e in seguito sequestrano in un ospedale le sue cartelle cliniche, da cui risulta che è sieropositivo da diversi anni, ben prima dell´epoca in cui è stato contagiato il professionista fiorentino. Convocato per un interrogatorio dal Pm Sabella, si avvale della facoltà di rispondere.
Rimane da dimostrare il nesso di causa fra la sua malattia e il contagio del suo partner occasionale. Tecnicamente è possibile procedere – se «Dark Love» lo consentirà – ad una comparazione dei ceppi virali. Sarebbe il riscontro decisivo. Ma per il Pm ci sono già gli elementi per chiudere l´inchiesta sul caso fiorentino. Le indagini continuano, invece, per stabilire se il delirante programma di contagio abbia colpito anche altre persone.