EDITORIALE: HAART oppure FANTA-HAART ?

Come “non” impostare la sperimentazione su farmaci di nuove classi ? Certamente i pazienti salutano con favore la sperimentazione clinica di nuovi farmaci appartenenti a nuove classi nella lotta contro l’HIV/AIDS. Ma come fare queste sperimentazioni ?Molte associazioni europee, tra cui la nostra e molte coalizioni di associazioni che fanno advocacy, denunciano il fatto che ai pazienti naive deve essere garantito lo standard di cura secondo le correnti linee guida internazionali. Continuiamo ad assistere a studi che combinano farmaci sperimentali appartenenti a nuove classi assieme a regimi di backbone di due farmaci, sottoponendo virtualmente i pazienti ad una duplice terapia. Per non parlare poi degli effetti collaterali ignoti che quest’autunno hanno visto sospendere un inibitore dell’anti-CCR5 per tossicità, un altro per fallimento virologico su pazienti naive ed un terzo con al momento varie criticità.

E’ corretto che pazienti naive (ossia che non hanno mai assunto la terapia antiretrovirale), già gravati dal fatto che devono iniziare una terapia cronica, che quindi per definizione necessitano di una stabilizzazione del quadro viro-immunologico con urgenza, siano sottoposti a sperimentazioni definibili “selvagge” ? Quello che è accaduto sugli anti-CCR5 non ci ha insegnato proprio nulla ?

Nonostante questo, continuiamo ad assistere al fatto che nuove classi terapeutiche vengono sperimentate su pazienti naive in fase II (ossia quella di dose-finding, troppo precocemente quindi). Ma chi ci dice che la strategia vincente, da linea guida, di colpire il virus sulla transcriptasi (con due NRTIs + 1 NNRTI) e sulla proteasi (con 2 NRTIs e un IP/r) debba per forza essere estesa a quella di “colpire il virus in due punti” ?

Ossia chi ci dice, per esempio, che associare un inibitore di ingresso e due inibitori della transcriptasi inversa sarebbe garanzia di successo viro-immunologico ? Oppure, ancora, associare un inibitore dell’integrasi e due della transcriptasi ? Gli schemi ipotetici “2NRTIs + Inibitore di ingresso” oppure “2NRTIs + inibitore dell’integrase”, al momento, appartengono al mondo della FANTAHAART, ossia di associazioni non provate nella sperimentazione clinica. Devono dunque essere per forza i pazienti naive a sperimentare queste nuove strategie ?

Non abbiamo imparato proprio nulla dai recenti fallimenti ? A Dublino ad esempio un famoso studio NRTI-sparing, ossia che tentava di non includere gli analoghi nucleosici negli schemi terapeutici, ha dato risultati disastrosi, costringendone l’interruzione precoce per fallimento virologico. Dobbiamo continuare a sottoporre dunque i pazienti a rischi ingiustificati ?

Solamente corpose fasi II su pazienti pre-trattati possono farci permettere di provare nuove strategie. Solo sulla base di questi risultati esisterebbe un razionale nel proporre nuove associazioni ai pazienti naive. Questo è quanto dovrebbe averci insegnato la storia…invece ancora assistiamo a studi su pazienti naive assolutamente pionieristici e privi del riscontro scientifico.

Ma non ci interessa proprio nulla del benessere di una persona che magari ha appena scoperto di essere HIV-positiva, che ha valori di CD4 non particolarmente alti, il cui unico desiderio è quello di stare bene nuovamente ed in fretta ? Ricordiamo a chi ci legge, che oggi come oggi abbiamo numerose molecole in commercio e sperimentate ampliamente, così come numerose strategie terapeutiche.

Nadir