L’epatite C aumenta i rischi di linfoma non Hodgkin. C’è un legame, infatti, tra l’infezione e questa forma tumorale. Il nesso è una malattia rara, la crioglobulinemia, che spesso si manifesta come conseguenza dell’epatite C e aumenta di ben 35 volte il rischio di sviluppare linfoma non Hodgkin. A scoprirlo alcuni ricercatori italiani in uno studio coordinato da Fulvio Invernizzi, dell’università di Milano.
Precedenti ricerche avevano già suggerito che la malattia favorisse il linfoma non Hodgkin, ma questo è il primo studio che lo dimostra e che stabilisce la percentuale di rischio di linfoma nei pazienti con crioglobulinemia. Nel corso dello studio, frutto della collaborazione di diversi ospedali e università italiane, tra cui quelle di Napoli, Ancona, Padova, Udine e Pisa, sono stati analizzati 1.255 pazienti con crioglobulinemia, e seguiti per circa otto anni, durante i quali si sono verificati 59 nuovi casi di linfoma non Hodgkin, di cui il 34% era del tipo aggressivo. Generalmente, il linfoma non Hodgkin si manifestava a distanza di sei anni dall’inizio della crioglobulinemia. Ma la malattia non sembra pregiudicare la risposta alle terapie contro il tumore. Le percentuali di guarigione, infatti, sono state simili a quelle riportate nei pazienti colpiti solo da linfoma.
Fonte: il sole 24 ore