L’Organizzazione mondiale della Sanità ha predisposto un piano per la distribuzione di medicinali per 150.000 pazienti. Nel Paese operano dieci ONG italiane.L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto di aver messo a punto un programma per la fornitura di medicinali anti-Aids che interesserà circa 150.000 pazienti in Etiopia, che con 2,2 milioni di persone affette rappresenta uno dei Paesi con il tasso di infezione più elevato. La distribuzione, che dovrebbe concretizzarsi entro il 2005, rientra nell’iniziativa denominata “3 by 5”, che prevede la fornitura di farmaci antiretrovirali a tre dei circa cinque milioni di malati che vivono nei Paesi a più basso livello di reddito. L’Oms non ha ancora reso noto se i medicinali saranno disponibili gratuitamente o a prezzo ridotto.
“Noi ci siamo sempre battuti – commenta Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione delle ONG italiane – per la distribuzione gratuita dei farmaci e per l’eliminazione dei costi di brevetto. Di conseguenza, siamo assolutamente disponibili a collaborare anche con un’organizzazione delle Nazioni Unite, quando si muovono in questa direzione”. Attualmente, spiega ancora Marelli, in Etiopia sono presenti dieci ONG italiane, impegnate soprattutto in progetti sanitari di prevenzione della malattia e di formazione del personale locale. “Collaboriamo con la rete sanitaria nazionale per formare gli infermieri, che devono essere in grado di lavorare a contatto con le donne in gravidanza e con i bambini. Per quanto riguarda la campagna di prevenzione, questa è orientata soprattutto sulla classe media, che il virus sta letteralmente falcidiando”.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare infatti, in Etiopia il contagio interessa sopratutto chi, potendo contare su livelli di reddito più elevati rispetto a quelli di pura sussistenza ha maggiori occasioni di promisquità sessuale. “Il tutto – conclude il Presidente dell’Associazione delle ONG – con gravi ripercussioni anche dal punto di vista sociale. Basti pensare, solo per fare un esempio, alla difficoltà legate ala sostituzione dei numerosi insegnati scolastici ammalatisi negli ultimi anni”.