FARMACI IN SVILUPPO: POCHI NRTI, QUALI IMPLICAZIONI PER IL FUTURO?

Prendendo spunto da un articolo recentemente apparso su http://www.hivandhepatitis.com/ facciamo il punto sui farmaci “di backbone” (NRTI) in sviluppo. Come si potrà notare, la povertà presente nella ricerca di nuove molecole appartenenti a questa classe, apre oggi delle implicazioni abbastanza serie rispetto al futuro dei regimi antiretrovirali, basati appunto sull’associazione di farmaci di “backbone” (NRTI) e di farmaci di “anchor” (NNRTI, IP).Nadir, attraverso un articolo su Delta n. 27 a firma di Filippo von Schloesser, aveva già lanciato un allarme in proposito all’inizio dell’anno. Il rischio di avere resistenze crociate ai farmaci NRTI attualmente in commercio è alto, così come la tossicità di queste molecole.

La classe sembra essere di poco interesse per le industrie farmaceutiche, che concentrano i loro sforzi su molecole di altre classi per le quali i prezzi finali alti sarebbero più attraenti.

Questo l’elenco dei farmaci NRTI in sviluppo e le considerazioni principali:

AVX 754 – in fase IIb, a somministrazione BID (due volte al dì) o QD (una volta al dì). Sembra che il pattern di resistenze associabile a questa molecola sia simile a quello dell’AZT e del 3TC, seppur più lento nello sviluppo. In vitro si rileva bassa tossicità mitocondriale.

Alovudina – farmaco entrato in fase II e poi fermato per ragioni di tossicità.

Amdoxovir – sviluppato dalla Gilead Sciences in collaborazione con una università, in fase I/II, promettente per ragioni di resistenze, tuttavia mostra problemi di tossicità. Al momento non vi sono evidenze del fatto che l’azienda intenda sviluppare la molecola.

Elvucitabina – farmaco attivo contro l’HIV e l’HBV, in fase I/II, non si ravvisano significativi vantaggi rispetto a quanto già in commercio.

KP-1461 – farmaco che in vitro presenta un profilo parzialmente interessante, tuttavia ancora in fase I da oltre 1 anno, il che non fa ben sperare.

Racivir – farmaco che in vitro presenta un profilo parzialmente interessante, tuttavia ancora in fase I da oltre 1 anno, il che non fa ben sperare.

DPC 817/Reverset – farmaco il cui sviluppo è stato interrotto per ragioni di tossicità.

Quali saranno dunque le implicazioni per i futuri schemi di terapia antiretrovirale ? Ipotizzare un panorama tra qualche anno non è facile, certo è che i farmaci di backbone, da più fonti di letteratura, vengono dati come imprescindibili nella composizione degli schemi terapeutici.

Altra certezza è che al momento non si vede un futuro “generazionale” per questa classe: la minor tossicità, la non cross-resistenza alle molecole in commercio, la facilità di somministrazione devono essere i criteri a cui auspicabilmente i nuovi NRTI dovrebbero tendere.