Una coalizione internazionale di associazioni di pazienti, dalla Califonia al resto degli Stati Uniti, dall’Italia, e da altre parti del mondo, ha lanciato oggi una campagna di pressione su Roche per abbassare il prezzo di Fuzeon®, nuovo farmco anti-AIDS presto sul mercato. La lettera è stata inviata direttamente al presidente della Roche. Gli americani di AIDS Healthcare foundation dichiarano che il prezzo di 20.000 dollari l’anno è fuori portata non solo per i pazienti americani, ma anche per i programmi di assistenza statunitensi: che potrebbero andare in bancarotta qualora il prezzo non venisse abbassato. Il presidente di AIDS Helthcare Found dichiara che il prezzo di Fuzeon® non può superare il prezzo degli attuali farmaci anti-AIDS disponibili sul mercato. Esiste il concreto pericolo che i pazienti in fallimento terapeutico che necessitano del farmaco possano trovarsi ad affronteggiare un problema di accesso nei paesi industrializzati. E questo non è tollerabile. Mauro Guarinieri, vice presidente dello European AIDS Treatment Group, dichiara senza mezzi termini “potremmo trovarci di fronte ad una situazione in cui i pazienti che ne hanno disperatamente bisogno potrebbero non avere accesso al farmaco, esattamente come avvenne negli anni ’90 per gli inibitori delle proteasi”. Mauro Guarinieri fa parte di Italian Community Advisory Board, una coalizione di associazioni italiane che ha lanciato la campagna contro il prezzo stratosferico proposto da Roche. AIDS Healthcare foundation non è minimamente impressionata dall’annuncio di ADAPs (US AIDS Drug Assistance programs) secondo il quale Fuzeon® sarà concesso ad un prezzo minore, ritenendo che si tratti di una manovra puramente speculativa, che non affronta il problema alla radice. Tale “sconto” sarebbe inoltre limitato nel tempo, e riguarderebbe solo i pazienti che rientrano nel programma ADAPs. “Quando ci sarà maggiore disponibilità di farmaco, e più richiesta, la compagnia farmaceutica cambierà strategia”. E’ da tenere in considerazione che lo sviluppo della molecola è stato possibile grazie all’investimento di 3.5 milioni di dollari da parte del National Institute of Health americano.
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