I risultati di un’analisi preliminare dello studio PURPOSE 2 hanno dimostrato che lenacapavir, un inibitore del capside di HIV somministrato per via iniettiva sottocutanea 2 volte all’anno, ha ridotto l’incidenza dell’infezione da HIV del 96% rispetto all’incidenza di HIV di base (bHIV). Ci sono stati solo 2 casi incidenti tra 2.180 partecipanti, corrispondenti al 99,9% dei partecipanti che non ha contratto l’infezione da HIV nel gruppo lenacapavir. Lenacapavir due volte l’anno ha anche dimostrato superiorità rispetto a emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato una volta al giorno per via orale.
Oltre ad un comunicato stampa dell’azienda produttrice, la notizia è stata data pochi giorni fa da AVAC, associazione internazionale no-profit per la promozione equa della ricerca di un vaccino preventivo per l’HIV. AVAC ha accolto con favore i risultati rivoluzionari dello studio di prevenzione dell’HIV PURPOSE 2 su lenacapavir per la PrEP i cui dati durante lo studio sono stati paragonati a quelli del braccio con somministrazione orale di Truvada e emtricitabina la cui risposta di coefficiente inibitorio dell’infezione è stata del 89%. A giugno 2024, anche lo studio PURPOSE 1, che studiava lenacapavir per la PrEP tra le donne cisgender nell’Africa subsahariana, ha dimostrato una efficacia superiore a emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato una volta al giorno per via orale, in particolare del 100%.
I dati sono stati pubblicati su NEJM, July 24,2024;391:1179-1192 DOI: 10.1056/NEJMoa2407001
Superiorità del regime
Lo studio è stato condotto su 3.200 uomini cisgender, uomini transgender, donne transgender e individui non binari che hanno rapporti sessuali con partner assegnati maschi alla nascita, in Argentina, Brasile, Messico, Perù, Sud Africa, Thailandia e Stati Uniti. Si sono verificate solo due infezioni da HIV. Il comitato indipendente di monitoraggio dei dati e della sicurezza (DSMB), durante una revisione dei dati della sperimentazione, ha fermato lo studio in virtù dell’evidente superiorità dei dati emersi tra le persone che assumevano il lenacapavir due volte l’anno sia rispetto a bHIV (endpoint primario) sia rispetto a emtricitabina/tenofovir alafenamide orale una volta al giorno (endpoint secondario) per la PrEP. Il DSMB ha quindi raccomandato a Gilead di interrompere i bracci in cieco della sperimentazione e di offrire lenacapavir in aperto a tutti i partecipanti.
Oltre agli evidenti dati di efficacia, la strategia di profilassi ha fornito conferme sulla tollerabilità del regime.
La somministrazione sottocutanea semestrale trasforma il modo in cui avviene la prevenzione dell’HIV per le persone che ne hanno più bisogno e offre un regime più facile da seguire e un minor carico di lavoro, per i sistemi sanitari che sono oltre al limite delle risorse.
Velocità, Scala, Equità
Si sta avverando l’affermazione di Anthony Fauci il quale concluse gli incarichi all’NIH, dicendo che, pur in assenza di un vaccino, presto vi saranno strumenti sufficienti per portare il pianeta a zero infezioni da HIV e AIDS e mantenere gli obiettivi sociali previsti dalle Nazioni Unite per il 2030. Basta solo metterli in pratica in modo equo.
Anche se in Italia ancora si stenta a capire e attuare l’insegnamento e l’alto valore civile e morale dell’affermazione di Fauci, i risultati emersi sull’uso della PrEP con lenacapavir, inequivocabilmente avvicinano questo strumento farmacologico di prevenzione all’idea di un vero e proprio “vaccino”, pur non essendolo nella realtà.
Tempi e prospettive
Ci vorrà del tempo prima che lenacapavir venga distribuito a tutti coloro che ne hanno bisogno e vogliono usarlo. Sono in corso anche altri studi su popolazioni vulnerabili, tra cui PURPOSE 3 per le donne cisgender negli Stati Uniti e PURPOSE 4 per le persone che si iniettano sostanze. Sarà fondamentale capire in che modo sarà dato accesso al farmaco innovativo e come questo successo stimoli ulteriormente la ricerca verso la cura e verso lo sviluppo di un vaccino.
Il bioequivalente arriverà insieme al brand
Intanto Gilead, produttore dell’inibitore del capside, ha dichiarato che sta firmando accordi per la produzione della versione bioequivalente da parte di aziende che ne garantiscano la qualità (India, Brasile, Colombia, Messico, Cina e Russia e molti altri) con zero pagamento di royalties per renderlo disponibile anche ai Paesi con maggior incidenza di HIV e minor livello economico.
Spetta anche a OMS avviare urgenti procedure per includere programmi di prevenzione che prevedano la scelta di regimi orali o iniettivi per la prevenzione dell’HIV nei soggetti più esposti all’infezione o che desiderano proteggersi.
L’Europa, l’Italia
Si raffigura da adesso il periodo in cui le comunità dovranno agire per garantire l’accesso alla prevenzione dell’infezione da HIV con questa innovazione farmacologica. Un problema che le Istituzioni dovranno affrontare sarà quello della sostenibilità perché non è stato e non sarà facile far capire agli amministratori nazionali e regionali che, per quanto possa costare la somministrazione sottocutanea di lenacapavir, la prevenzione dell’infezione da HIV in quasi il 100% dei soggetti rappresenta un costo limitato rispetto a quello sociale e sanitario, certamente più grave e oneroso.