Un’equipe di scienziati di Hong Kong sostiene di aver identificato la famiglia a cui appartiene il virus che causa la polmonite atipica, la misteriosa sindrome respiratoria che ha già causato numerose vittime in varie parti del mondo. Secondo la stampa locale, i ricercatori dell’Ospedale Principe del Galles e dell’Università cinese di Hong Kong hanno scoperto che la Sindrome respiratoria molto acuta (Sars) è causata da un virus che appartiene alla famiglia Paramyxoviridae. Le ricerche continuano per stabilire se il virus sia un nuovo ceppo e se sia curabile, ma intanto la scoperta ha consentito di accertare che il trattamento antivirale usato finora per curare i malati ad Hong Kong – l’area colpita con più virulenza – è corretto. Da quando una settimana fa l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme, diramando un inusuale ‘avviso ai viandanti’ sul pericolo di viaggiare in alcune aree, i ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro per cercare di scoprire quale sia l’agente infettivo che causa la malattia. I sintomi della Sars sono quelli classici di un’influenza, con febbre alta, problemi respiratori e violenta tosse, che degenerano in un’affezione polmonare di difficile cura e che può essere mortale. Se davvero il virus appartiene alla famiglia paramyxoviridae, i ricercatori potrebbero essere prossimi a identificare la cura più appropriata. Intanto continua a crescere il numero dei contagi e delle vittime: finora i morti accertati sono almeno sei (due in Canada, due ad Hong Kong e due in Vietnam); 219 le persone contagiate, 123 solo ad Hong Kong; si sono registrati contagi anche in Gran Bretagna e Germania; e si indaga su episodi sospetti ormai un pò ovunque (Australia, Brunei, Spagna). L’ultima probabile vittima è un medico francese che è morto ieri: un anestesista di 65 anni, che aveva avuto in cura il medico statunitense ammalatosi durante un viaggio ad Hanoi e morto la scorsa settimana ad Hong Kong. E’ morta anche un’infermiera vietnamita che, nell’ospedale di Hanoi, aveva fornito assistenza al medico statunitense. Di certo, finora si sono ammalati soprattutto i familiari di persone contagiate oppure gli operatori sanitari che li hanno curati; e l’Oms infatti ha avvertito che il contagio avviene solo attraverso stretto contatto con un malato. ‘Ci stiamo avviando alla risoluzione del caso’ ha detto il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco: “Serve ancora cautela – ha detto – perché questi virus sono spesso presenti insieme ad altri agenti nel determinare le infezioni; per questo sono necessari altri dati e test di laboratorio differenti, che possano fare unire tutti i tasselli del puzzle che rimangono”. Se il virus misterioso appartenesse proprio a questo gruppo paramyxovirus, secondo Pregliasco le cure a disposizione non sarebbero tuttavia molte: esiste qualche farmaco antivirale e i cortisonici per contrastare l’infiammazione respiratoria. Vecchi membri della famiglia del paramyxovirus sono molto noti, come il virus del morbillo, ma i nuovi componenti sarebbero secondo il microbiologo dell’Università di Bologna Michele La Placa, molto patogeni.