Il Sudafrica apre la strada. La Commissione per la concorrenza condanna due multinazionali per i prezzi troppo elevati praticati sui farmaci per la cura dell’Aids. Riconosce, inoltre, un abuso» nella protezione integrale del brevetto da parte delle aziende. La decisione porterà ora alla pronuncia, più che probabile, di un’altra Corte speciale che potrebbe obbligare i «colossi» a rendere pubblici i dati relativi a quelle medicine; aprendo così la strada alla produzione di una specialità equivalente ma a più basso costo. È una vittoria per l’azione intentata un anno fa dalla Treatment Action Campaign . «Ora il Sudafrica potrà dimostrare come facesse sul serio – spiega Eric Goemaere, capo missione locale di Medici Senza Frontiere – quando, in estate, annunciò un programma pubblico e gratuito per l’erogazione di cure alle 500 mila persone che, in questo Paese, ne hanno bisogno». «Generici» contro farmaci «griffati». La querelle si trascina da anni, dal tempo degli accordi sulla proprietà intellettuale ( Trips – Trade related aspects of Intellectual Property Rights) nel 1996 in sede di Organizzazione del Commercio. Si precisava, allora, come la salute pubblica avesse la precedenza sul profitto. Concetto ribadito poi al round negoziale di Doha (2001) insieme al riconoscimento della necessità di regole più chiare in materia di poteri d’intervento dei singoli governi per la deroga ai brevetti. Regole fissate, in extremis , il 30 agosto, alla vigilia della nuova tornata di trattative in seno al Wto , a Cancun: norme tanto farraginose da avere sollevato, nel coro entusiastico delle dichiarazioni ufficiali, le voci stonate di Medici Senza Frontiere, Oxfam e altre organizzazioni non governative in prima linea nei Paesi più colpiti (anche) dall’epidemia di Aids. «La normativa adesso c’è – spiega Chiara Bannella, portavoce di Medici Senza Frontiere nella Campagna per l’accesso ai farmaci – ma rappresenta, sotto un certo profilo, un passo indietro rispetto alla precedente semplice enunciazione». Si richiedono infatti, da parte di ogni Paese che intenda chiedere una deroga sui Trips , dati, cifre e valutazioni sulla portata dell’infezione in corso. Medesima trafila anche per l’azienda che si apprestasse a fornire i “generici”. Il tutto, poi, verrebbe inviato all’apposito Council del Wto , cui spetterebbe l’ultima decisione. «Troppo tempo, troppe forze sprecate per un’autorizzazione che, a conti fatti, consentirebbe solo importazioni limitate nel tempo e nella quantità», commenta Bannella. «Chi decide quando vi sia un’emergenza? E la prevenzione? Perchè vietare che Paesi in cui l’Aids, e altre malattie, fanno strage da decenni possano agire d’anticipo, mantenere produzioni e magazzini in grado di evitare recrudescenze o interventi solo in presenza di migliaia di morti?» Il «segnale» venuto dal Sudafrica può rappresentare davvero, come sostiene Goemaere, «un passo avanti». L’accordo dell’agosto scorso, infatti, dovrà essere rivisto all’inizio del 2004. «L’effettivo successo o problemi emersi nell’applicazione, da parte dell’esecutivo di Pretoria, di questo pronunciamento legale – spiega Chiara Bannella – saranno elementi importanti da gettare sul tavolo della trattativa per ottenere una maggiore e reale accessibilità ai farmaci generici nei Paesi più poveri. Questo governo, che conta anche su un certo peso politico, può svolgere il ruolo di apripista…È un segnale». Un altro segnale che inquieta le major internazionali del farmaco è l’iniziativa locale: in Sudafrica, infatti, per la prima volta un’azienda sta lavorando a una produzione propria di antiretrovirali per la cura dell’Aids. Sul mercato dei «generici» dovranno contendersi, domani, la convenienza dei prezzi con i concorrenti indiani, che già commercializzano una propria specialità, meno costosa e più «accessibile» rispetto a quelle «di marca». «Medici Senza Frontiere – aggiunge Chiara Bannella – sta attuando una forte pressione sui governi dei Paesi in via di sviluppo perchè chiedano l’applicazione effettiva di questi accordi». L’esperienza sudafricana (600 morti ogni giorno per Aids/Hiv), se porterà a una campagna gratuita di cure con antiretrovirali non «di firma», potrebbe segnare una svolta. Dopo anni di timidi passi, compromessi stentati e migliaia di morti. Per legge di mercato.