Abuso legislativo ed eccesso di potere: con queste motivazioni la Terza sezione del Tar del Lazio oggi annulla il commissariamento del Cnr e costringe Miur e Presidenza del Consiglio dei Ministri a pagare le spese legali. Una sentenza con effetto immediato che è una vittoria per Lucio Bianco, presidente del massimo ente di ricerca del nostro paese. Il 31 gennaio scorso, a seguito della battaglia sulla riforma complessiva del sistema pubblico della ricerca, l’ente commissariato era stato affidato al rettore della Luiss, Adriano De Maio. Una vicenda che inizia nell’estate 2002 con il decreto fantasma del Ministro Letizia Moratti e prosegue fino alla fine di gennaio, quando il governo, senza prestare ascolto alle richieste di attenzione degli scienziati italiani, da il via libera alla riforma degli enti pubblici di ricerca principali, tra cui Cnr, Istituto nazionale di astrofisica e Istituto nazionale di fisica della materia. Una decisione che provoca una generale indignazione e forti proteste di piazza culminate nella “serrata della scienza” del 12 febbraio scorso. La decisione del Tar, secondo il presidente Bianco, “riporta gli atti di Governo a un livello di legittimità” e “garantisce al Cnr una voce istituzionale in grado di fare le dovute osservazioni ai decreti di riordino, che presentano molti lati oscuri”. L’attuale presidenza del Cnr è in carica fino al 30 aprile 2005, mentre il 25 marzo prossimo terminerà il mandato del Consiglio Direttivo.