Il Meeting ONU produrrà una Dichiarazione, che verrà adottata dagli Stati membri, in merito all’epidemia globale di HIV/AIDS a trent’anni dal suo inizio, e l’Italia ha avanzato la ridicola richiesta di stralciare una definizione, specifica delle problematiche droga correlate, regolarmente adottata dalla letteratura scientifica come dai documenti di tutte le maggiori istituzioni sanitarie globali.
Ignoriamo a tutt’oggi quali altri contributi intenda portare a New York l’Italia, unico paese del G8 a non versare ormai da anni la quota promessa al Fondo Globale per la lotta a Aids, Tubercolosi e Malaria, ma non possiamo non rilevare che nelle sedi internazionali l’Italia sta perdendo ogni credibilità diplomatica. Vedere in questa situazione che c’è inoltre chi avanza posizioni ideologiche e contrarie a ogni evidenza scientifica (in un momento in cui tutte le agenzie internazionali stanno premendo proprio perché le evidenze siano alla base delle scelte politiche) chiedendo che la UNGASS prenda una posizione più arretrata delle precedenti, non può non preoccuparci ulteriormente.
Massimo Barra, fondatore nel 1976 di Villa Maraini, una delle più importanti istituzioni italiane di presa in carico delle tossicodipendenze, già presidente della Croce Rossa Italiana, presidente della Commissione Permanente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, ha dichiarato: “Ieri a Ginevra abbiamo firmato un accordo di cooperazione fra Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e l’UNODC, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, che prevede il potenziamento delle politiche di riduzione del danno e della tutela dei diritti umani. Da oltre vent’anni utilizziamo in tutte le sedi tale corretta terminologia, e non intendiamo abbandonarla”.
“Proprio l’Italia, che è stata pioniera nella distribuzione di siringhe sterili e terapie di mantenimento, riuscendo così a fermare il dilagare dell’epidemia nella popolazione tossicodipendente”, ha dichiarato Alessandra Cerioli, presidente LILA, “ora si fa promotrice di una posizione di retroguardia, che non tiene conto delle attuali emergenze: le infezioni da Hiv sono infatti in forte aumento nell’Europa dell’Est e nell’Asia Centrale, proprio a causa dell’assenza in quelle aree di politiche di riduzione del danno. E non possiamo non notare che la richiesta dell’Italia è spalleggiata dalla Russia, dove la riduzione del danno non è certo ancora una priorità e dove secondo l’UNAIDS oltre l’80 per cento delle infezioni da HIV è dovuto, non a caso, allo scambio di siringhe”.
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