Il nuovo iter burocratico per la commercializzazione dei farmaci ”impedisce l’accesso a terapie salvavita”. Lo afferma in una nota il presidente dell’ associazione Nadir Filippo von Schloesser. ROMA, 20 FEB – Il nuovo iter burocratico per la commercializzazione dei farmaci ”impedisce l’accesso a terapie salvavita”. Lo afferma in una nota il presidente dell’ associazione Nadir Filippo von Schloesser. ”La legge italiana – rileva – non favorisce l’accesso ai farmaci innovativi o salvavita e cio’ nega prospettive di sopravvivenza o di migliore qualita’ della vita a tanti malati italiani”. L’accesso ai farmaci viene impedito dalla burocrazia introdotta dal comma 9ter, dell’articolo 3 della legge 112 2002, che ha allungato notevolmente l’iter per l’introduzione in commercio dei farmaci innovativi, ha osservato il presidente dell’associazione, che da anni promuove un nuovo ruolo attivo dei pazienti nelle scelte terapeutiche che riguardano la propria vita. Ad esempio, prosegue, e’ da tempo disponibile sul mercato americano ed europeo un nuovo farmaco contro l’epatite C, l’interferone pegilato alfa 2a, che risponde alle esigenze dei pazienti coinfetti. ”In Italia – osserva – la commercializzazione di questo e di altri nuovi farmaci sta tardando oltre i 6 mesi dall’approvazione degli organi europei competenti, come invece previsto da relativa normativa”. Si stima che nel mondo vi siano circa 170 milioni di persone con infezione da Epatite C e oltre 40 milioni con infezione da Hiv.L’efficacia e la rapidita’ della cura in questi soggetti, rileva von Schloesser ”e’ fondamentale in quanto l’evoluzione dell’epatite C e’ molto piu’ rapida nel paziente con Hiv e trattarla bene e in fretta significa aumentare l’aspettativa di vita delle persone”.(ANSA).