Una nuova ricerca suggerisce che una replicazione virale costante a basso livello non è adeguata per conservare le cellule B di memoria HIV-specifiche.La valutazione di come una HAART a lungo termine influenzi l’immunità mediata dalle cellule B “è importante in vista dei tentativi di ottenere un
controllo immunologico del virus attraverso vaccinazioni terapeutiche o interruzioni strutturate del trattamento”, osservano il dottor Jean-Pierre
Vendrell dell’Hopital Lapeyronie di Montpellier, in Francia, e colleghi. I risultati, pubblicati sul numero del 7 novembre di AIDS, si basano su uno studio delle cellule B prelevate da 26 pazienti con infezione da HIV e da 6 controlli sani. Dei pazienti, 17 erano trattati con HAART e 9 non trattati. Le cellule B dei pazienti, attivate in vitro, hanno secreto anticorpi specifici anti-HIV, osservano i ricercatori. Le cellule B provenienti dai pazienti e dai controlli con infezione cronica da Toxoplasma gondii hanno secreto anticorpi specifici contro il Toxoplasma gondii. Tutti i pazienti non trattati hanno evidenziato cellule B di memoria HIV-specifiche. Al contrario, pur dimostrando una forte attivazione delle cellule B policlonali, 9 dei 17 pazienti trattati non possedevano tali cellule. Un’ulteriore indagine ha rivelato che le cellule B di memoria HIV-specifiche scomparivano dopo un periodo da 8 a 46 mesi di HAART. Le cellule B di memoria specifiche per il Toxoplasma gondii, invece, permanevano. “Il cambiamento del numero delle cellule B di memoria HIV-specifiche può spiegare la diminuzione degli anticorpi HIV-1-specifici nei pazienti trattati con successo”, sottolineano i ricercatori.