Lila interviene in merito alla proposta di legge che Gianfranco Fini presenterà oggi al Consiglio dei Ministri sull’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti: più rispetto per il lavoro di chi da anni lotta contro la droga, allineamento con le politiche internazionali, proposte concrete e non demagogiche.L’on. Fini presenterà domani al Consiglio dei Ministri un nuovo disegno di legge sul consumo di stupefacenti. Da quanto annunciato in quest’ultimo anno il disegno di legge sembra non prendere in considerazione tutto ciò che da anni i servizi pubblici dedicati, gli operatori qualificati e le associazioni di settore hanno concretamente ed efficacemente fatto per combattere la lotta contro la droga, procedendo con le stesse modalità usate scientificamente a livello internazionale.
Al Consiglio dei Ministri chiediamo quindi di tener presente che:
La criminalizzazione e l’avviamento coatto verso programmi drugs free sono inutili, poiché ogni uscita dalle dipendenze, ed ogni comportamento che attiene alla sfera personale dell’individuo, ha bisogno della libera e consapevole scelta, quella motivazione che non può essere imposta per decreto.
Eliminare la distinzione tra droghe diverse, e dai differenti effetti e conseguenze sulla salute, è un’operazione demagogica che non tiene conto delle evidenze scientifiche e della realtà del fenomeno.
Criminalizzare il consumo è un’operazione pericolosa in quanto contraddice le evidenze delle scienze sociali e delle consolidate esperienze internazionali sulla proibizione come fattore di allontanamento dalla consapevole modifica dei comportamenti, di produzione di emarginazione sociale, di spinta alla microcriminalità, di attrazione dei consumatori nel circuito carcerario.
Ancorare la politica all’obiettivo unico dell’astinenza e dell’abbandono del consumo è un’operazione cieca: anni di politiche proibizionistiche non sono servite a sconfiggere la produzione e il traffico di sostanze, che anzi ha prosperato rendendo le sostanze illegali ma liberamente reperibili sul mercato gestito dalle associazioni criminali; né hanno avuto l’effetto di eliminare il consumo, tanto meno di prevenire e contrastare la trasmissione dell’Hiv.
Il principio della “dose media giornaliera” – in questo caso oltretutto in forma più punitiva – è già stato bocciato clamorosamente dal referendum sulla depenalizzazione dell’uso votato nel 1993: non interessa al Governo la volontà popolare espressa legalmente e in forma esplicita?
Questa legge provocherà solo più morti, più malati, più detenuti.
Al Governo inoltre chiediamo: con quali fondi verrà attuata la lotta alla droga nel nostro paese dal momento che dall’ultima Finanziaria è evidente un pesante taglio su tutti i capitoli che hanno a che vedere con la prevenzione e sul fondo destinato alle strategie di contrasto al mercato e all’uso della droga?
Per informazioni:
Anna Lia Guglielmi
Ufficio Stampa Lila Nazionale
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