BMS-663068 (Nettles R, Abs 49). Nuovo tipo di inibitore di ingresso proposto da BMS in fase IIa di studio. L’ingresso dell’HIV nella cellula avviene in tre fasi: il virus prima deve attaccarsi al recettore sulla superficie della cellula CD4, poi legarsi ad un co-recettore (CCR5 e/o CXCR4) e successivamente fondersi con la membrana cellulare, rilasciando il materiale virale nella cellula. L’antagonista del corecettore CCR5 maraviroc (Celsentri) blocca il secondo passo, l’inibitore della fusione enfurtivide (Fuzeon) agisce sulla terza fase. Questo nuovo farmaco, invece, coinvolge la prima. La sua forma attiva (BMS-626529) si lega alla glicoproteina gp120 dell’involucro, interferendo direttamente con l’attacco di HIV al recettore CD4. Lo studio in aperto era su 50 pazienti (naive e pretrattati) con ceppo B. Vari i dosaggi sperimentati in monoterapia per 8 giorni, una o due volte al dì, con o senza ritonavir. La diminuzione media di carica virale è variata tra gli 1.22 e gli 1.78 log, non dose dipendente. Riscontrato un aumento di CD4 e CD8. Il boosting di ritonavir non sembra necessario e il farmaco può essere somministrato QD e BID. Quest’anno inizieranno studi di fase IIB ed è allo studio una compressa a lento rilascio.
Dolutegravir (Eron J, Abs 151LB). Inibitore dell’integrasi di GSK (1349572) in fase II. Lo studio Viking (seconda coorte, 24 pazienti) lo ha valutato al dosaggio 50 mg BID, al contrario dei precedenti (100 mg QD). I risultati su pazienti resistenti a raltegravir (mutanti Q148) sono stati soddisfacenti in termini di riduzione di carica virale e eventi avversi, quindi questo dosaggio è stato scelto per la fase III.
GS -7340 (Markowitz M, Abs 152LB). Nuovo pro farmaco di tenofovir, più potente, rilasciato non nel plasma, ma nelle cellule periferiche mononucleari. Per questo ci sono presupposti di minor tossicità. Presentati i risultati di fase Ib, 14 giorni di monoterapia. Esplorati i dosaggi 150 e 50 mg. Il farmaco ha ridotto notevolmente la carica virale.
Terapia Genica a dita di Zinco (Lalezari J, Abs 46; Wilen C, Abs 47). L’interferenza con i corecettori CCR5 e CXCR4 è un passo verso una cosiddetta “cura funzionale” dell’infezione.
Si è utilizzata una terapia genica basata sulle dita di zinco per trattare le cellule T ed emulare la situazione presente nei long term non progressors (sia per assenza di CCR5 nello studio di Lalezari, sia per CXCR4 nella presentazione di Wilen). I risultati sembrano promettenti, in particolare su 6 pazienti e sul recettore CCR5, tuttavia la tecnica è molto complessa e necessita di ulteriori approfondimenti.
VS411 (Baev D, AbsH-109). Farmaco di prima generazione appartenente ad una nuova classe chiamati AV-HALT, progettati per ridurre sia la carica virale sia lo stato di attivazione cronica caratteristica delle persone sieropositive. Lo studio randomizzato di fase II ha coinvolto 32 persone che hanno ricevuto dosi progressive del farmaco somministrato quotidianamente per 28 giorni. Oltre all’attività antivirale sono stati valutati numerosi markers immunologici tra i quali il CD38 e l’HLA-DR, il Ki-67 (proteina della superficie della cellula che segnala la proliferazione cellulare) e il PD-1, un indicatore del “logoramento” della cellula in seguito all’attivazione cronica. Riduzioni rapide e statisticamente significative sono state misurate in ciascuno di questi markers immunologici. VS411 si è dimostrato efficace nel ridurre l’attivazione immunitaria, producendo al tempo stesso una riduzione della carica virale del 99,8%.