A dispetto di più soldi e una miriade di programmi, la maggior parte delle nazioni non sono in grado, perché riluttanti o troppo impoverite, di fornire cure o piani di prevenzione che possano invertire la tendenza della diffusione dell’Aids entro il 2015. Lo sostiene un funzionario Onu.In una conferenza ieri, il segretario generale dell’Onu Kofi Annan ha detto che nuovi rapporti da 103 governi svelano una serie di statistiche deprimenti, dimostrando che l’azione “è molto meno efficace di quanto necessario”. Circa 136 delegati, fra i quali capi di stato e ministri degli Esteri, hanno presenziato all’assemblea generale, con rappresentanze dal Cile, Benin e altri, in una riunione che è durata oltre alla mezzanotte di ieri.
Il dottor Peter Piot, capo di UNAIDS, che coordina i programmi tra le agenzie Onu, parlando in una conferenza ha detto che “non c’è una sola A nei rapporti”. I leader mondiali alla sessione speciale dell’assemblea sull’Aids nel giugno 2001 avevano promesso di fermare entro il 2015 la malattia che è costata 28 milioni di vite, 3,1 milioni solo lo scorso anno. Ma Piot ha stimato che ci saranno altre 45 milioni di nuove infezioni entro il 2010 ed ha sottolineato come la malattia sia ancora un problema, visto che si trasmette anche per via sessuale. Un obiettivo era quello di assicurare entro il 2005 che almeno l’80% delle donne incinte avessero informazioni, consigli e farmaci per prevenire la trasmissione dell’Hiv, il virus che causa l’Aids. Ma questi servizi difficilmente esistono in paesi che hanno bisogno di tutto, come mostrano i nuovi rapporti. “La malattia sta galoppando fuori controllo”, ha detto Richard Feachem, capo del Fondo globale per combattere l’Aids, la tubercolosi e la malaria, creato dalle Nazioni Unite e dalle principali nazioni industrializzate due anni fa. I fondi di spesa per l’Aids negli ultimi due anni sono stati aumentati del 20% a 4,7 miliardi di dollari in paesi a medio e basso reddito, con il 57% da fonti straniere. L’Organizzazione mondiale della Sanità vuole fornire farmaci a tre milioni di persone, la maggior parte in Africa, entro la fine del 2005. Circa sei milioni di persone dei 42 milioni infettati in tutto il mondo hanno i sintomi dell’Aids. Il direttore generale dell’Oms, Lee Jong-Wook ha chiesto al mondo di rendere l’Aids una emergenza globale, per essere trattata nello stesso modo di inondazioni, terremoti e l’epidemia di Sars.