Il sindaco di Milano Albertini vieta la sfilata del Gaypride: «Ci sono gli Hare Krisna» spiega, ma nessuno ci crede.Piazza Duomo vietata ai gay. E’ questa la novità che le autorità competenti hanno comunicato agli organizzatori della sfilata del gay pride milanese in programma per il prossimo 5 giugno. Il corteo si è ripetuto per tre anni di seguito con lo stesso percorso, che è stato riconfermato anche quest’anno con l’eccezione del passaggio per la piazza più centrale e più simbolica della città. Come mai? «Le motivazioni – ha spiegato il segretario nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso – non sono chiare e sembrano un tentativo maldestro di creare un insidioso precedente: i cortei di tutti i tipi possono sfilare per la piazza-simbolo di Milano, meno quello dei gay. Come dire che i cittadini omosessuali non sono come tutti gli altri e a loro non può essere concesso di manifestare liberamente». Arcigay chiede quindi a prefetto, questore e sindaco «di ristabilire le garanzie democratiche costituzionalmente riconosciute a tutte le associazioni politiche e culturali, affinché una delle più importanti comunità omosessuali italiane possa pienamente svolgere la sua annuale manifestazione». La risposta a stretto giro dal comune di Milano non è stata confortante. Una nota diffusa nel tardo pomeriggio di ieri sostiene che non c’è stato nessun divieto da parte dell’amministrazione, ma che c’è però un problema «oggettivo», ovvero la necessità di «conciliare la presenza di un altro corteo organizzato dagli Hare Krisna, previsto per la stessa ora con passaggio nella stessa piazza, per fare in modo che entrambe le manifestazioni possano svolgersi secondo le modalità richieste». Sarà, ma la spiegazione sa tanto di scusa pietosa. Tanto più che nel centrodestra alla milanese c’è chi festeggia senza peli sulla lingua la chiusura di piazza Duomo al gay pride. Il segretario lombardo dell Udc Domenico Zambetti, per esempio, ha parlato di «un atto di responsabilità», perché «l’ostentazione delle diversità è un atto di mera provocazione» e perché il Duomo è «simbolo della città e della cristianità che non può essere contaminato da nessuna manifestazione di parte». Alla luce di dichiarazioni di questo genere, non si può dare torto al segretario regionale dello Sdi Roberto Biscardini, che accusa il comune di scelte pregiudiziali e afferma che «a Milano spira un’aria illiberale e oscurantista».
Comunque non finisce qui, promette il deputato Ds Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, secondo il quale «il divieto è inaccettabile». E’ molto triste, aggiunge Grillini, «che tutto questo avvenga a pochi giorni dalla scadenza elettorale, e probabilmente non è un caso».