In particolare questi nuovi paradigmi di trattamento puntano a ridurre, parzialmente o totalmente, il numero degli inibitori nucleosidici/nucleotidici della trascrittasi inversa, che tradizionalmente costituiscono 2 dei 3 farmaci della “triplice”, con il potenziale beneficio di ridurre le tossicità di lungo termine ad essi correlati, come danno mitocondriale, alterazioni del metabolismo osseo, tossicità renale e lipodistrofia.
Tuttavia solo dai risultati di studi randomizzati che confrontino questi nuovi paradigmi con lo standard di cura a tre farmaci, sarà possibile capire se queste ipotesi di trattamento sono praticabili e in quali ambiti del percorso terapeutico è opportuno collocarli.
Tra gli studi in corso, lo studio Progress è il primo randomizzato, multicentrico, in aperto, che dimostra la non inferiorità di un regime che contempla un inibitore delle proteasi potenziato con ritonavir (IP/r) + un inibitore dell’integrasi (raltegravir) versus un regime triplice IP/r + 2 N(t)RTI (tenofovir/emtricitabina) nel paziente in esordio di terapia (naive). Ha messo a confronto su 206 pazienti le combinazioni lopinavir/r (400/100 mg BID) + raltegravir (400 mg BID) versus lopinavir/r (400/100 mg BID) + tenofovir/emtricitabina (300/200 mg QD).
I risultati a 48 settimane erano già stati presentati in passato. Sono ora disponibili i risultati a 96 settimane (2 anni) che, di fatto, hanno sancito la non inferiorità tra le due strategie. Non sono emerse differenze statisticamente significative in nessun parametro che solitamente si prende in considerazione: caratteristiche demografiche, caratteristiche cliniche. Nessuna differenza nemmeno tra i pazienti che hanno dovuto interrompere il regime terapeutico in entrambi i gruppi per qualunque causa (rispettivamente 19 versus 15), di cui solo 3 per fallimento virologico (rispettivamente 1 paziente e 2 pazienti). Dal punto di vista virologico, la percentuale di pazienti che hanno raggiunto livelli di viremia < 40 copie/ml sono state 66.3% nel braccio “dual therapy” versus 68.6% nel braccio triplice nell’analisi ITT FDA-TLOVR; mentre 88,9% versus 85,2%, nell’analisi OD. Guadagno dei CD4: 281 versus 296. Cambiamento dei lipidi: equivalente. Osservate anche una minore incidenza di diarrea di grado moderato-severo nel braccio dual (7,9% vs 16,2%) e una minor percentuale di pazienti con riduzione della creatinina clearance <50 ml/min: 1,0% dual e 3,8% triplice. Equivalenti i livelli di aderenza, misurati con analisi MEMS.
I risultati sono stati presentati al XV Congresso Panamericano De Infectivologia, svoltosi a Punta del Este, Uruguay, nei giorni 7-11 Aprile scorsi.