Il violento attacco del Vaticano alle coppie omosessuali ha avuto l’effetto di riportare in primo piano la battaglia per i diritti civili. Parla il movimento.Ci voleva quel sant’uomo del cardinale Ratzinger per ridare slancio alla campagna per il riconoscimento legale delle coppie gay e lesbiche. La condanna violenta del Vaticano ha concentrato l’attenzione sul tema e spinge a schierarsi, «a scegliere tra la civiltà e l’arbitrio autoritario, un po’ come sulla guerra», dice la deputata lesbica del Prc Titti De Simone. Solo che in questo caso i cattolici si trovano in una posizione molto più scomoda. Il movimento omosessuale è pronto a inserirsi nel dibattito che si riapre e prepara iniziative per i prossimi mesi. Intanto si gode l’effetto Ratzinger: «A Firenze al bar mi hanno offerto la colazione – racconta il deputato Ds e presidente onorario di Arcigay Franco Grillini – Ho anche ricevuto messaggi di persone che mi chiedevano quanto abbiamo pagato il Vaticano per tutta questa pubblicità». L’ironia è un ottimo antidoto contro le scomuniche (un po’ come l’aglio per i vampiri), ma le ragioni in favore di un rapido adeguamento al resto dell’Europa in materia di diritti degli omosessuali restano molto serie. «Non ci interessano – dice Grillini – guerre di religione né diatribe sulla concezione di famiglia che ognuno ha il diritto di avere. Ci interessa parlare di situazioni concrete e di problemi reali. Come l’eredità dei beni del convivente, l’assistenza in ospedale, la reversibilità dei contratti d’affitto, l’accesso ai bandi di edilizia pubblica».
Di questi argomenti si occupa il progetto di legge sui Patti civili di solidarietà (Pacs) che il gruppo Ds ha presentato alla camera, con il sostegno di una raccolta di firme promossa da Arcigay alla quale partecipa gran parte degli altri gruppi del movimento. La campagna è ancora in corso e dopo l’intervento di Ratzinger si intensificherà, facendo furore durante l’estate nelle feste dell’Unità e preparando un appuntamento già fissato: una manifestazione a Roma il prossimo 14 febbraio. «Quando parla Ratzinger», dichiara il responsabile nazionale della campagna per Il Pacs Alessandro Zan, «io sono sempre contento. Credo che i suoi toni e il suo linguaggio si commentino da soli e siano una ragione di più per impegnarci e ottenere l’approvazione di questa legge, che è una battaglia di libertà generale perché riconosce legalmente tutte le coppie di fatto, etero e omosessuali».
Di proposte in parlamento ce n’è in verità più d’una. Negli ultimi giorni ha annunciato un’iniziativa legislativa in questo senso anche un deputato di Forza Italia, tanto per sottolineare che si tratta di una questione ineludibile perfino per la destra italiana. Ma siccome per il momento la subalternità al Vaticano continua a godere sulla carta di una solida maggioranza parlamentare, in nessuna delle due camere si è ancora riusciti a discutere formalmente di un solo progetto su unioni civili o coppie di fatto (e pensare che il primo è stato presentato 16 anni fa). Che fare per smuovere le cose? «L’iniziativa del Vaticano ha fatto arrabbiare molta gente – spiega Titti De Simone -. Sono rimasta colpita per esempio dalla cautela dei commenti dei cattolici della Margherita, e anche a destra si avvertono delle difficoltà. Per le opposizioni questi temi devono diventare parte integrante di un’alternativa politica a Berlusconi, anziche essere usati, come è accaduto in passato, come merce di scambio con il centro cattolico. Anche i cattolici democratici devono riflettere: qui si è aperta una contraddizione nella società civile, ed è fin troppo evidente da quale parte stia il diritto». Per l’autunno Titti De Simone propone un’iniziativa pubblica del movimento gay, lesbico e transessuale, aperta a partiti e sindacati, per fare il punto su una piattaforma politica che oltre alle unioni civili prevede l’approvazione di norme antidiscriminatorie, accesso alla fecondazione assistita anche per le donne single e le coppie lesbiche, possibilità per le persone transessuali di cambiare sesso all’anagrafe senza affrontare prima l’operazione chirurgica.
La legalizzazione delle convivenze resta comunque, almeno per il momento, la questione centrale. E su questo punto l’obbedienza al papa del governo e di parte dell’opposizione non è il solo tallone d’Achille. In Italia la visibilità gay non è più una primizia, come dimostrano le folle che negli ultimi anni frequentano i Pride e lo scintillio di centinaia di discoteche e ritrovi sparsi ormai in tutto il paese. Ma la visibilità delle coppie gay e lesbiche manca quasi del tutto. Ci sono e sono sempre più numerose, anche nel formato famiglia con figli (concepiti nei vari modi che la natura, le tecnologie riproduttive e i casi della vita mettono a disposizione), ma non alzano abbastanza la voce. Non è probabilmente solo un problema di «massa critica», ma anche di arretratezza culturale e di scarsa coscienza dei propri diritti. Per questo, sull’onda delle dichiarazioni del cardinale Ratzinger, Grillini rilancia l’azione della Lega italiana famiglie di fatto (Liff), un’associazione fatta apposta per dare voce e visibilità alle ragioni delle coppie conviventi, etero e omosessuali. Uscire fuori, anche questa volta, è fondamentale.