Persone con più copie di un gene che aiuta il contrasto del corpo umano al virus dell’HIV sono meno a rischio di infettarsi o di sviluppare l’AIDS rispetto a quelle che ne hanno meno. La scoperta è del National Institute of Health (NIH). Gli scienziati credono che la scoperta di questo gene possa aiutare ad identificare le persone che hanno alta o bassa “suscettibilità” all’HIV. Potenzialmente questa scoperta apre la strada al fatto di poter adattare i regimi terapeutici alla singola persona e allo studio di un vaccino. La ricerca è sul n. 6 di Science Express.
Lo studio riguarda il gene che codifica il CCL3L1, una proteina che blocca l’HIV interagendo con il corecettore CCR5. La ricerca ha preso in esame campioni di sangue di 4300 persone HIV-positive e HIV-negative, di differenti origini ancestrali. Questo ha reso possibile la misura “media” delle copie di CCL3L1. Questa proteina è stata messa in relazione anche con la progressione verso l’AIDS. Ogni copia addizionale della proteina abbassa il rischio di acquisire l’HIV tra il 4.5 ed il 10.5%. Inoltre il fatto di non averne aumenta il rischio di progressione verso l’AIDS verso ceppi più aggressivi.
Reference: E Gonzalez et al. The influence of CCL3L1 gene- containing segmental duplications on HIV-1/AIDS susceptibility. Science DOI: 10.1126/science.110116