Sono oltre 18mila in Italia le persone malate di Aids, mentre si stima che siano almeno 12mila quelle che hanno contratto il virus Hiv. E’ quanto emerge dai dati più recenti del centro operativo Aids (Coa) dell’Istituto superiore di anità, presentati oggi a Roma nel corso del congresso della Società italiana per lo studio delle malattie sessualmente trasmesse.Giovanni Rezza, direttore del Coa, ha sottolineato che rispetto al passato la sopravvivenza delle persone sieropositive è aumentata di almeno 10 anni, ma che in generale si arriva più tardi alla diagnosi e in sei casi su dieci si convive con l’infezione senza esserne al corrente fino al momento della diagnosi di Aids conclamato.Si è inoltre stabilizzato, infine, intorno ai 2mila il numero di nuovi casi: non si registra cioè una riduzione ulteriore dopo la progressiva diminuzione dei casi avuta a partire dalla metà degli anni ’90, grazie all’introduzione della terapia combinata.I soggetti più colpiti sono gli eterosessuali e gli omosessuali maschi. “Un dato che sorprende – ha sottolineato Rezza – dal momento che all’inizio dell’epidemia gli omosessuali sono stati i più sensibili ai messaggi della prevenzione: sembra che si sia avuta una perdita di memoria generazionale”. In aumento anche le donne colpite dalla malattia, che sono ormai il 30%, mentre diventano sempre più numerosi i casi attribuibili a persone provenienti da zone in cui l’Aids è particolarmente diffuso. Cresce l’età media della diagnosi, salita a 40 anni per l’uomo (rispetto ai 29 del 1985) e a 36 per le donne (rispetto ai 24 del 1985). Tra le Regioni, la Lombardia continua a essere la più colpita, con 5,6 casi ogni 100mila abitanti, seguita da Sardegna (5,5 casi), Lazio (5,4), Liguria (5,1) ed Emilia Romagna (3,9).