La dieta mediterranea è stata ufficialmente riconosciuta dalla Fao e dall’Oms come una delle misure per combattere le malattie croniche. “Una dieta povera di cibi ad alto apporto energetico, quali grassi saturi e zuccheri, ma ricca di frutta e verdure, e una vita attiva”, è la raccomandazione di un rapporto di esperti indipendenti preparato dalle due Agenzie delle Nazioni Unite, che uscirà a fine aprile. Il rapporto mira a proporre nuove raccomandazioni da rivolgere ai Governi in merito a dieta ed esercizi per fronteggiare la crescente mortalità dovuta a malattie croniche, quali quelle cardiovascolari, i tumori, il diabete e l’obesità. Nel 2001 le morti da tali malattie hanno rappresentato circa il 59% del totale di 56,5 milioni di morti nel mondo ed il 46% della cifra totale di malattie. “Questo rapporto è di grande importanza perché contiene le migliori prove scientifiche attualmente disponibili e valutate da un gruppo di esperti di estrazione mondiale sulla relazione intercorrente tra malattie croniche e dieta, nutrizione e attività fisica»” ha dichiarato Ricardo Uauy, capo dell’Istituto cileno di nutrizione e di tecnologia dell’alimentazione e docente di nutrizione e salute pubblica alla Facoltà di igiene e medicina tropicale dell’Università di Londra, che ha presieduto il gruppo.Basato sull’analisi delle migliori prove disponibili e sul giudizio collettivo dei trenta esperti, il rapporto rileva che l’apporto energetico quotidiano dovrebbe equivalere all’energia spesa. E’ provato che un consumoeccessivo di cibi altamente energetici può provocare aumento dipeso; occorre – secondo il rapporto – porre un limite ai consumi di grassi saturi, di zuccheri e di sale, che si trovano spesso nelle merendine, nei cibi trattati e nelle bibite. La qualitàdei grassi e degli oli ingeriti, nonchè la quantità di sale consumato, può pure influire sulle malattie cardiovascolari quali infarti e colpi apoplettici. Intanto l’Oms sta preparando una Strategia mondiale sulla dieta, l’attività fisica e la salute, a seguito di una risoluzione adottata nel maggio 2002 dall’Assemblea mondiale della sanità che sarà pubblicato in primavera. Spetterà poi alle autorità nazionali e regionali quale punto di riferimento emanare direttive specifiche sulla dieta e sull’esercizio fisico per le rispettive comunità locali.”Esso offre – ha dichiarato Uauy – obiettivi dietetici e di livelli d iattività fisica coerenti con le esigenze di una buona salute e della prevenzione delle principali malattie connesse con la nutrizione”. Nei Paesi in via di sviluppo si soffre sempre più dimalattie croniche: questo è un cambiamento radicale rispetto apochi decenni or sono, quando le malattie croniche erano appannaggio del mondo ricco e industrializzato. L’inurbamento crescente di contadini che abbandonano la terra per raggiungerela città è una delle cause di questo fenomeno. Le raccomandazioni specifiche contenute nel rapporto includono la limitazione dei grassi dal 15 al 30%dell’assunzione quotidiana di energia: di questi, i grassi saturi dovrebbero costituire non più del 10 per cento. I carboidrati dovrebbero costituire il grosso – dal 55 al 75% – delle energie da assumere quotidianamente e gli zuccheri non dovrebbero superare il 10 per cento. Le proteine dovrebbero fornire il 10-15 per cento delle calorie e il sale dovrebbe rimanere al di sotto dei 5 grammi al giorno. Frutta e verdure dovrebbero raggiungere almeno 400 grammi al giorno. La Finlandiae il Giappone, che sono intervenuti attivamente sui comportamenti dietetici delle rispettive popolazioni, hanno assistito a una sensibile diminuzione dei fattori di rischio e delle malattie croniche.