Altri 30 pazienti saranno arruolati entro il prossimo giugno nello studio italiano teso a verificare l’efficacia del farmaco anti-Aids indinavir contro un tumore, il sarcoma di Kaposi, su pazienti sieronegativi. La ricerca e’ coordinata dall’Istituto superiore di sanita’ (ISS) tramite il gruppo di Barbara Ensoli, direttore del reparto AIDS del dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’ISS. Con il nuovo arruolamento il numero dei pazienti coinvolti nello studio salira’ a 49, tutti sieronegativi. Lo studio, che coinvolge 10 centri presenti su tutto il territorio nazionale finanziati dallo stesso ISS, e’ partito direttamente dalla fase II poiche’ gli inibitori della proteasi sono gia’ in uso da tempo, anche se per un’indicazione diversa, e di conseguenza i dati relativi alla sicurezza sono noti. ”Abbiamo deciso di ampliare il campione di pazienti – afferma Barbara Ensoli – perche’ i primi risultati sono stati incoraggianti grazie alla molteplice attivita’ anti-angiogenica, anti-tumorale e anti-infiammatoria dell’indinavir, non correlata ai suoi effetti sull’HIV”. Questa e’ la prima sperimentazione in cui si utilizza un farmaco che blocca la proteasi, uno degli enzimi che aiutano il virus dell’Aids a replicarsi e che agisce anche come potente alleato delle cellule tumorali, favorendone sia la crescita (perche’ fa sviluppare i vasi sanguigni che nutrono il tumore), sia la loro capacita’ di invadere i tessuti sani. La ricerca ha l’obiettivo di dimostrare che l’indinavir puo’ rappresentare una terapia innovativa nel trattamento del sarcoma di Kaposi classico, fornendo una possibile alternativa alle chemioterapie comunemente utilizzate per questo tipo di tumore, ma caratterizzate da elevata tossicita’, dalla necessita’ di ricovero ospedaliero e incapaci, oltretutto, di indurre remissioni durature della malattia. Il sarcoma di Kaposi e’ diffuso soprattutto in alcune aree geografiche come l’Italia meridionale, la Sicilia, la Sardegna e la valle del Po. I primi segni del tumore compaiono sulle gambe, con la formazione di noduli o placche violacee intensamente vascolarizzate. Gradualmente le lesioni si estendono e possono
colpire anche organi interni, come linfonodi, apparato gastroenterico, respiratorio ed osseo. La malattia ha un decorso lento e si accompagna a complicanze come ulcerazione e sanguinamento delle lesioni, impotenza funzionale degli arti, soprattutto quelli inferiori, con grave compromissione della qualita’ della vita dei pazienti. Le terapie finora in uso per il sarcoma di Kaposi non riescono a contrastare la tendenza alla recidiva di questa malattia quando il trattamento viene sospeso, per cui questi pazienti sono legati alla terapia per tutta la vita.