La parte del leone è della «Roma A», la Asl centrale della Capitale: nel 2002 ha speso 283,24 euro in medicine acquistate in farmacia per ogni cittadino. Ma è la Sicilia a vantare il primato tra le Regioni, con sei Asl (su nove) tra le prime 15 di tutta Italia. E sono tutte occupate dal Centro-Sud le posizioni fino al 56 in graduatoria nazionale, con la prima Asl del Nord più “spendacciona” – quella di Brescia – che si piazza appena al 57º posto e le altre tutte giù, in fondo, leader del risparmio. Con un titolo di più grande risparmiosa d’Italia che spetta alla Asl di Novara: 152 euro e 17 centesimi pro-capite, poco meno della metà di quella di Roma. Asl che vai, pillola che trovi. In un caleidoscopio della ricetta che non sempre ha valide spiegazioni epidemiologiche o particolari condizioni di salute a giustificarla, tante sono comunque le differenze di prescrizione (e di spesa) che spesso si verificano anche all’interno di una stessa Regione, addirittura all’interno di una stessa Provincia o di aree confinanti. È l’Italia fai-da-te del farmaco quella che si continua a fotografare agli albori del federalismo. A dispetto di manovre razionalizzatrici e di veri e propri colpi di bisturi che Governo e Regioni hanno duramente inflitto al settore negli ultimi due anni. Con un effetto-calmiere che sicuramente ha prodotto importanti risultati.
L’indagine. A fare il check up più capillare di quanto si spende per farmaci in tutte le Asl d’Italia è l’Osmed, Osservatorio nazionale sull’uso dei medicinali del ministero della Salute, che col «Progetto Sfera» ha radiografato in profondità l’andamento della spesa farmaceutica dell’intero 2002. Un dato, quello dell’Osmed, che completa e rende definitivo il precedente range (si veda «Il Sole-24 Ore del 25 febbraio) già noto. Con un particolare in più, che può smussare eventuali contestazioni locali: il valore pro-capite viene considerato secondo la formula della cosiddetta “popolazione pesata”, che tiene conto di fattori non secondari per quanto riguarda le eventuali esigenze di assistenza, legate all’età, al sesso e alle condizioni patologiche locali. Un modo, insomma, di rendere il più possibile confrontabili in modo scientifico situazioni anche profondamente diverse.
Super ricetta. La «Roma A», come tante altre Asl, dal 2001 al 2002 è riuscita a contenere la spesa per pillole e sciroppi pagati dal Ssn, eppure detiene la leadership della spesa. Un primato che manterrebbe, secondo l’Osmed, anche considerando la popolazione reale (il pro-capite in questo caso salirebbe a 308,13 euro). E sicuramente a pesare, in questa super spesa, vale anche il fatto che, essendo Asl del centro della città, nel computo totale magari finiscono i consumi dei non residenti nelle farmacie di zona. Ma certo queste considerazioni non sempre valgono. Si pensi alla medaglia d’argento della spesa farmaceutica: la «Napoli 1», con le sue uscite da 273,55 euro. O a Palermo (268,12) o ancora, per restare in ambito “romano”, alla «Roma H» (264,94) che gravita nella zona dei Castelli. E sicuramente non possono passare inosservate le capacità di spesa di quelle sei Asl siciliane (Palermo, Messina, Catania, Siracusa, Agrigento, Trapani) piazzate nei primi 15 posti per spesa. Come anche le tre Asl “romane” (A, H e B) inserite nelle prime 12 e che con altre due (F e G) tra le prime 25. Contagocce e forbice di spesa. A un Sud evidentemente popolato di medici (e di pazienti) che di prescrizioni non possono farne a meno, corrisponde un Nord con professionisti (e pazienti) molto più avari, forse anche perché proprio in quelle aree è più alta la spesa privata sostenuta dai cittadini. In ogni caso, il fondo della classifica vede tutte Asl del Nord e qualcuna del Centro. Anche se – Nord, Centro o Sud che sia – non mancano diversità all’interno delle singole Regioni. Nel pur risparmioso Piemonte si va da «Torino 1» (204 euro) alla parca Novara (152), in Sardegna si passa dai conti salati di Cagliari (236,02) a quelli più dolci di Nuoro (201,55). Ma la forbice di spesa più eclatante è altrove. Anzitutto in Campania, dove tra «Napoli 1» (273,55) e «Avellino 1» c’è un gap di 95,14 euro. Eppure la Campania nel 2002 è riuscita a raffreddare la spesa farmaceutica. Chissà però che da qualche parte qualche ricetta non meriti ancora più controlli.