STUDI DI SWITCH DA LPV/r a RALTEGRAVIR

Ottima la performance sulla diminuzione dei lipidi dello switch a raltegravir, in pazienti in trattamento con LPV/r e carica virale < 50 cp/mL. Tuttavia, occorre cautela per i pazienti che hanno avuto fallimenti, causa possibile riemersione di mutazioni.SWITCHMRK [da lopinavi/r a raltegravir] (Eron J abs 70aLB): gli studi SWITCHMRK I e II (P032 e P033), con siti in Europa, Australia, Nord America, America Latina, Africa e Asia del Sud-Est, hanno arruolato 702 persone ‘stabili’ che assumevano LPV/r in condizione di soppressione virologica da almeno 3 mesi. Esclusi gli assuntori di farmaci per abbassare i lipidi negli ultimi 12 mesi. In sintesi, si può speculare che le persone arruolate tolleravano bene LPV/r. Tutti i pazienti assumevano un backbone di 2 NRTI (che hanno mantenuto) e nessun altro IP poteva essere assunto. Inclusi pazienti con precedenti fallimenti virologici. Gli studi erano randomizzati (1:1) e controllati (ossia i randomizzati a LPV/r assumevano placebo di raltegravir e viceversa), in doppio cieco. Nonostante il ‘pill burden’ non trascurabile, la percentuale di interruzione è stata del 14,4% nel gruppo di raltegravir e di 9,8% nel gruppo di LPV/r in SWITCHMRK I e rispettivamente 5,7% versus 5,4% in SWITCHMRK II). Gli obiettivi primari erano la % media di cambiamento dei lipidi alla settimana 12 (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi), la proporzione di pazienti con carica virale < 50 cp/mL alla settimana 24, con una ipotesi di non inferiorità con margine del 12%, la sicurezza e la tollerabilità. Risultati: raltegravir si è dimostrato superiore a LPV/r (in misura di cambiamento rispetto al basale della percentuale) nella diminuzione dei trigliceridi, colesterolo), tuttavia non ha raggiunto la non inferiorità rispetto alla carica virale < 50 cp/mL alla settimana 24. Buona la tenuta dei CD4. In sintesi, nonostante la forte diminuzione dei lipidi (in particolare dei trigliceridi), i ricercatori concludono che occorre cautela nello switch a raltegravir, soprattutto in quei pazienti che hanno fallimenti nella loro storia terapeutica, vista, dalle analisi specifiche sui fallimenti, la possibile riemersione specialmente di mutazioni agli NRTI e agli NNRTI.