La principale occupazione dei sudafricani nel tempo libero è quella di partecipare a funerali. Non per un perverso piacere, ma a causa del numero impressionante di morti che l’epidemia di Aids sta causando.Lo rivela un’indagine pubblicata nei giorni scorsi dalla South African Advertising Research Foundation, secondo la quale quasi un sudafricano su tre (il 30,1 per cento) si è recato ad un funerale nell’ultimo mese, rispetto, ad esempio all’11,1 che è andato ad un matrimonio. E che comunque il recarsi ad esequie è la principale occupazione nelle ore non lavorative, distanziando nettamente l’andare dal parrucchiere, il fare shopping, l’andare dal dottore, al ristorante, per non parlare del frequentare cerimonie religiose. In effetti la tragedia dell’Aids colpisce il Sudafrica in maniera spaventosa. Il numero di sieropositivi è, in assoluto, non in termini relativi (in tal senso, molto peggio, tra gli altri, Botswana, Swaziland, Malawi e Zimbabwe), il più alto del mondo: 5,3 su circa 45 milioni di abitanti. Un dramma che ha già falcidiato di fatto una generazione, e ne sta annichilendo una seconda. Circa l’11 per cento degli adolescenti sono colpiti da questo male, in grande maggioranza le ragazze. Una forchetta che si dilata abissalmente tra i 20 ed i 24 anni, quando – stando alle ultime ricerche – addirittura il 77 per cento dei sieropositivi sono di sesso femminile. E la battaglia all’Aids – come alla povertà ed alla disoccupazione, che supera il 40 per cento – è uno dei temi principali usati dall’opposizione contro il governo, accusato di aver agito tardi e male per contrastare l’espandersi del male.