I ricercatori americani stanno analizzando i virus di due uomini malati di Aids nella speranza di risalire alle origini del caso del ‘supervirus’, il ceppo dell’Hiv fulminante e resistente a quasi tutte le cure conosciute individuato di recente in un uomo sui 45 anni di New York, il cui caso è stato riferito dai principali media statunitensi. A portare avanti lo studio è il centro di ricerca sull’Aids ‘Aaron Diamond’ di New York. David Ho, direttore del Centro ha subito precisato, pero’, che ci vorranno molte analisi ancora prima di poter scoprire se attraverso uno di questi si possa risalire alle radici del caso di New York. Ma anche se i ceppi risultano uguali, cio’ non vuol dire che ci sia una diffusione del supervirus: ci potrebbe essere un fattore genetico nel primo uomo di New York ad aver determinato la sua rapida trasformazione (tre o quattro mesi) da sieropositivo a malato di Aids. ”Non possiamo nemmeno provare che si tratti di un supervirus”, ha detto uno scettico Ho.
L’annuncio, venerdi’ scorso, della scoperta del ceppo anomalo dell’Hiv ha seminato il panico negli ambienti medici e nella comunita’ gay. ”Lo consideriamo un problema potenzialmente gravissimo”, ha detto il professore Thomas Frieden, assessore alla sanita’ del comune di New York. Il paziente affetto dal virus di cui finora si ignorava l’esistenza e’ gay, promiscuo e faceva ampio uso di metanfetamina in cristalli: ha ammesso di aver avuto rapporti non protetti con centinaia di uomini. Non si sa ancora se il ceppo sia stato trasmesso ad altri. Il nuovo ceppo, che non ha nome, non risponde a tre delle quattro classi di farmaci anti-retrovirali: e’ resistente a 19 dei 20 medicinali sul mercato. Normalmente passano nove anni prima che un sieropositivo contragga l’Aids, dopo di che la sopravvivenza media e’ di 18 mesi, secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, in Georgia (Cdc).