13-18 Agosto 2006 – Dai nostri inviati a Toronto, Marcotullio, Osorio, Schloesser. Riportiamo un’ anticipazione di quanto sarà pubblicato su Delta n.30, in distribuzione i primi di settembre. STRATEGIE DI PREVENZIONE. Speranze sempre presenti per lo sviluppo di un vaccino preventivo, tuttavia sono oramai pressanti le voci per cui alcune strategie promettenti che escono dagli schemi scientifici adottati dai consorzi americani, siano, per motivi complessi, boicottate a livello sia scientifico sia di finanziamenti (e quindi di sviluppo).
Strategie di prevenzione
Di particolare spessore le vie che si stanno esplorando per mettere a punto nuovi mezzi integrati per la prevenzione. Gli obiettivi sono raggiungere percentuali di successo “accettabili”, ben inferiori comunque al 100% ideale. Al momento è sempre bene ricordare che l’utilizzo del profilattico rimane la strada maestra, ma spesso, per motivi economici, culturali e religiosi, esso non raggiunge percentuali significative di diffusione.
Circoncisione: l’osservazione che nei paesi con un’alta percentuale di maschi circoncisi il tasso d’infezione è più basso ha portato ad avviare nel 2005 la prima sperimentazione di circoncisione a scopo preventivo in Sudafrica, mostrando che gli uomini circoncisi sono per il 60% meno a rischio di infezione. Gli studi, finanziati e condotti da università americane, sono in corso in Kenya (su 2.500 uomini) ed Uganda (oltre 6.000).
Diaframma: l’ipotesi è che la barriera usata da tempo come contraccettivo possa proteggere le donne dall’infezione da HIV. Una sperimentazione per verificarne l’efficacia è in corso su oltre 5.000 donne in Sudafrica e Zimbabwe, finanziata dall’università della California a San Francisco e dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. I risultati sono attesi nel 2007.
PREP: ricerche su animali hanno dimostrato che alcuni farmaci anti- AIDS possono prevenire l’infezione negli adulti sani. Questo approccio, chiamato profilassi pre-esposizione (PREP) utilizza farmaci antiretrovirali e si sta sperimentando in Africa, America Latina ed in Asia. E’ la cosiddetta “pillola preventiva” che si sta studiando in gruppi ad alto rischio in Tailandia (su 1.600 tossicodipendenti), in Botswana (1.200 uomini e donne) e Perù (1.400 uomini omosessuali). I risultati sono attesi tra il 2007 ed il 2008.
Farmaci anti-Herpes: si ritiene che l’herpes, un’infezione diffusa nel 70% delle persone nell’Africa sub-sahariana, possa triplicare il rischio di trasmissione del virus HIV. Sono così partiti due studi basati sulla molecola acyclovir (non più coperta da brevetto) in Africa, America Latina e Stati Uniti. Sono stati arruolati complessivamente quasi 3.300 uomini e donne ed i risultati dovrebbero essere disponibili tra il 2007 ed il 2008.
Microbicidi: consistono in gel o creme da applicare per ridurre la trasmissione dell’HIV. Si stanno sperimentando cinque sostanze diverse di prima generazione (i cui risultati sono attesi per il 2008), più alcune molecole di seconda generazione progettate per contrastare nello specifico il virus dell’AIDS per le quali si ritiene che i test dureranno ancora 10 anni. Gli studi sono in coso in India ed in Africa e coinvolgono oltre 22.000 donne. I programmi sono gestiti principalmente dalla Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (Usaid). Molte aziende farmaceutiche hanno concesso gratuitamente molecole promettenti (da loro sviluppate) a consorzi pubblici americani affinché le potessero utilizzare per la sperimentazione.
Vaccini: restano la speranza più grande di riuscire a sferrare il colpo decisivo all’epidemia. Sono almeno 30 i candidati vaccini allo studio, ma secondo gli esperti ci vorranno ancora dieci anni prima di avere risultati significativi. Gli studi nella fase più avanzata sono in corso in Australia, Brasile, Canada, Repubblica Dominicana, Giamaica e Perù, complessivamente su 3.000 fra uomini e donne. Vari i composti di differente generazione e concezione: l’iniziativa scientifica a cui è stato dato molto risalto è un consorzio pubblico americano (Global HIV/AIDS Vaccine Enterprise, oggetto della donazione di Bill Gates) che coordina ricerche dallo stadio pre-clinico (studi in laboratorio e sugli animali) a quello clinico (studi sugli uomini). Tuttavia sono oramai pressanti le voci per cui alcune strategie promettenti che escono dagli schemi scientifici adottati da questo consorzio, siano, per motivi complessi, boicottate a livello sia scientifico sia di finanziamenti (e quindi di sviluppo).